A.C. 1877
Grazie, Presidente. Gentile Sottosegretaria, io ho ascoltato il dibattito di stamattina e - dagli interventi che ho sentito, dalla maggioranza, ma anche da parte dell'opposizione – ho sentito discutere di questo provvedimento, ma soprattutto ragionare di quello che è successo in questi anni rispetto ai bonus edilizi e al superbonus, mettendo tutto in una pentola, come se fosse un buglione, che è un piatto tipico delle mie zone, dove c'è un po' tutto dentro, senza tener conto esattamente di cosa è successo. Si tratta, soprattutto, di un atteggiamento del tutto ideologico e strumentale, perché il tema dei bonus edilizi riguarda ormai il nostro Paese, da oltre 26 anni. La cosa veramente assurda è che noi li descriviamo in termini del tutto poco attendibili e in maniera sbagliata, come fossero azioni sbagliate o, comunque, strumenti sbagliati, in questi anni; invece, hanno dato ricchezza nel nostro Paese, in tutti questi anni. La scelta dei bonus edilizi, dal 1998 a oggi, è stata una scelta importante.
Quando il Ministro Giorgetti va in Europa e vota contro il Case green, si chiede: chi paga? Lo dico al Governo e lei, Presidente, ma soprattutto alla maggioranza: abbiamo pagato sempre noi, i cittadini, anche prima. Il punto vero è che oggi questi soldi vi servono, perché, facendo anche un provvedimento che è retroattivo e, addirittura, danneggia e andrà a danneggiare i conti degli italiani e delle imprese, effettivamente vi mancano le risorse per riuscire a ottenere le risorse che riguardano il Patto di stabilità, quegli 11 miliardi che oggi voi non avete. Ecco perché voi state facendo questa norma e vi servono risorse per poter mettere a pulito e versare questa somma che diventa importante, perché il debito che voi avete portato nel DEF dell'anno scorso è di 14 miliardi; più 11, fanno 25 miliardi. Capisco che sono tanti e voi dovete trovare le risorse per poter far questo, ma avete sbagliato, siete cresciuti poco e avete, soprattutto, gestito male i conti pubblici.
Questo è il dato di fatto; si è data tutta la colpa al superbonus - strumento, giusto o sbagliato che sia, che andava governato sicuramente meglio da parte vostra, un'uscita disordinata, che non ha portato alcun beneficio né agli italiani e neanche alla crescita del Paese -, quando, invece, nel 2022 il Governo Draghi aveva deciso, attraverso un patto con le associazioni di categoria, i sindacati, i lavoratori e, poi, soprattutto, in Aula, ove aveva avuto un'ampia maggioranza, di fare un décalage per poter determinare questa scelta; per arrivare, poi, ad applicare un nuovo strumento, che era quello che si doveva legare a Case green, per riuscire a creare una norma strutturata, un provvedimento strutturato per i prossimi 15 anni, che accompagnasse la direttiva Case green e che avrebbe potuto, in questo caso, garantire lavoro e, soprattutto, un investimento garantito per gli italiani e per i cittadini, ma soprattutto per dare alle imprese quel motore che oggi serve nel sistema dell'edilizia.
Nell'ambito dell'edilizia, sappiamo oggi che il consumo di suolo deve essere fermato, che il tasso di natalità sta scendendo e che serviranno sempre meno case; e sappiamo benissimo che, forse, l'unica soluzione per garantire ancora lavoro nell'edilizia è rappresentata dall'efficientamento energetico e dalla rigenerazione urbana: due leve che dobbiamo assolutamente mettere in campo, perché altrimenti questo settore andrà a morire. Con questo decreto, voi ci avete assolutamente messo il carico. Infatti, arrivate a porre in essere un'azione retroattiva, mettendo veramente un carico nelle tasche degli italiani, poiché, se hanno già, in questo caso, detratto personalmente, non potranno cedere il credito.
Il Terzo settore, che doveva essere supportato, ha a sua disposizione solo 100 milioni, ossia spiccioli. Poi, le zone terremotate: 400 milioni solamente per quelle zone che, come sappiamo benissimo, hanno avuto il terremoto nel 2009, senza garantirli a quelle regioni che hanno avuto problemi enormi, come anche ad altre realtà di cui sappiamo benissimo i problemi che hanno.
Altro aspetto fondamentale è che il bonus casa nel 2024 è al 50 per cento, con un tetto di spesa a 96.000 euro, nel 2025 sarà al 36 per cento, con un tetto a 48.000 euro, e nel 2028 il superbonus ritornerà al 30 per cento, il minimo storico da quando sono nati i bonus edilizi.
Se noi facciamo una carrellata, sappiamo benissimo che i bonus sono nati da una legge nel 1997 e, automaticamente, avevano stabilito una percentuale: il 41 per cento. Subito dopo, quella legge è stata modificata e i bonus sono arrivati a 36, poi, a 41, fino ad arrivare ai giorni nostri: 50 per cento, 70 per cento, 75 per cento e poi il 110.
Io voglio raccontare una cosa: noi abbiamo chiesto alla Commissione bilancio e alla Commissione ambiente un'indagine conoscitiva dei bonus edilizi. Volevamo sapere cosa è successo in questi anni sui bonus edilizi. C'è un centro studi che è competente in materia e sappiamo benissimo che quel prodotto, quando sarà certificato, è la verità, quella che oggi è più volte richiesta. Anche oggi, in Commissione, questa benedetta relazione non sta emergendo. Guardate che le audizioni sono finite a ottobre in tutte e due le Commissioni. Ad ottobre! E noi oggi non abbiamo alcun dato rispetto a quello che è successo in questi anni. Abbiamo cercato di fare anche da noi, abbiamo analizzato e abbiamo dato un contributo, dove abbiamo messo veramente a terra tutte le varie informazioni che ci erano arrivate da quelle audizioni, ma poi abbiamo cercato ancora meglio e abbiamo scoperto che la Commissione ambiente nel 2021 aveva fatto una relazione, una relazione molto dettagliata, dal 1998 al 2021. Oggi questa è la verità. Non quella che raccontate voi, perché, ad oggi, c'è solo un Ministro che sta parlando e non c'è un atto pubblico che dice realmente come siano andate le cose. Ognuno di noi sta citando istituti (Nomisma, Enea, Banca d'Italia) senza avere un atto pubblico in cui vi sia scritto esattamente cosa è successo in questi anni. Eppure, ce lo abbiamo dal 1998 ad oggi. Io provo a raccontarvelo, perché intanto nel 2021 è stato descritto il contesto, che non è cambiato tanto rispetto alla situazione attuale. Noi oggi abbiamo il peso del mercato, considerato anche il mercato della manutenzione straordinaria e quella ordinaria, pari al 70 per cento del valore della produzione del settore delle costruzioni. Non è che si costruiscano nuove case; la manutenzione è importante.
Contribuisce, inoltre, a determinare questa condizione ciò che possiamo considerare in base ad un fattore di rilievo nel processo di riqualificazione del patrimonio edilizio italiano, ossia la cultura conservativa del patrimonio storico e caratterizzante del nostro Paese ha reso difficile il processo di demolizione e ricostruzione rispetto ad altri Paesi occidentali.
Di fatto, la nostra capacità di ricostruire e di gestire la manutenzione è un fatto. Non è che lo abbiamo abbattuto; in questo caso, noi siamo andati per manutenere e migliorare il nostro patrimonio.
Dobbiamo capire però quale sia il nostro patrimonio immobiliare e quale sia la propensione dell'investimento. Nel 2021 l'ammontare del deposito delle famiglie consumatrici presso banche, poste, conti correnti, titoli di stato, obbligazioni, ammontava a 1.137 miliardi di euro. A fini comparativi, il debito pubblico italiano ammonta a 2 miliardi e 636 milioni. Questa è la situazione della ricchezza oggi delle famiglie. Invece, il mercato immobiliare è pari a 5.500 miliardi di euro. L'esposizione debitoria dei mutui immobiliari è a 344 milioni. Cosa vuole dire questo? Vuole dire che oggi il patrimonio immobiliare è un fattore importante, che mette a garanzia e che può mettere a garanzia, ed è un patrimonio che può essere gestito come leva economica per dare ricchezza al Paese.
Questo dice, e noi non lo stiamo utilizzando. Perché? Perché serve, in questo momento, mandare un messaggio iconoclasta, completamente iconoclasta, per cui tutto quello che era stato fatto nel passato era sbagliato. Questo credo sia sbagliato in termini politici, e non solo, in termini di irresponsabilità vera, perché, in questo Paese, i riformisti - lo dico al Governo tramite lei, Presidente - hanno fatto grande l'Italia. In questo caso, voi dovete utilizzare il bisturi per capire cosa sia giusto e cosa sia sbagliato e non ammazzare tutto solamente perché l'ha fatto qualcun altro, perché è solamente strumentale.
Gli effetti dell'occupazione: i bonus edilizi, dal 2011 al 2021, hanno generato 3.092.979 occupanti diretti, che sono un numero importante. I bonus edilizi hanno generato occupazione, e questo lo dice lo studio che potete scaricarvi da Internet. Considerando anche gli occupati dell'indotto delle costruzioni sarebbe pari - solamente per l'anno 2021 - a 421.770 occupati, cioè una cosa enorme.
Quando esponete il successo dell'occupazione negli ultimi anni, dovete dire grazie anche ai bonus edilizi.
Non è banale. Guardate i numeri. E non lo dice l'onorevole Simiani, lo dicono, in questi mesi, gli istituti, ma soprattutto lo dice questo documento, che è certificato dal Servizio studi della Camera.
La cosa veramente importante nella riflessione - questa la vorrei leggere, Presidente, perché è importante - è la stima dell'impatto economico finanziario degli incentivi fiscali. Impatto sull'intero periodo dal 1998 al 2021: il saldo complessivo per lo Stato, per l'arco di tempo che va dal 1998 al 2031 - perché vanno considerati anche i dieci anni successivi al 2021 a cui corrisponde il periodo di detrazione - sarebbe negativo per 48 miliardi di euro, pari a 2,3 miliardi di euro medi annui di valore corrente. Consideriamo, però, che lo Stato incamera proventi spettanti dall'anno di esecuzione dei lavori e ripartisce il mancato gettito nell'arco di tempo che va da un minimo di 5 a un massimo di 10 anni, a seconda dei bonus impegnati.
L'introduzione nella riflessione di elementi di natura finanziaria, basati sull'attualizzazione dei valori precedentemente esposti, modificherebbe il saldo, determinando un risultato negativo più contenuto (perché va attualizzato): 31 miliardi.
Prendendo in considerazione l'azione svolta dagli attori che hanno un ruolo nel sistema in cui inseriscono agevolazioni fiscali, presi in considerazione lo Stato, le famiglie, le imprese e l'occupazione, il saldo per il sistema economico del Paese risulterebbe positivo - e questo lo dice il documento - per 36 miliardi di euro.
Dal 1998 al 2021, i bonus edilizi hanno portato a un saldo positivo. E potrei continuare. Ci sono tanti documenti e numeri che, in questo caso, possono farci capire effettivamente che scelta scellerata stiate facendo. Non tanto perché dovevamo continuare con il superbonus. Il superbonus doveva durare 18 mesi e doveva costare 33 miliardi - lo sapevamo tutti - e insieme abbiamo detto: poiché dobbiamo accelerare sull'economia italiana, dobbiamo andare avanti. Ma così abbiamo provocato un décalage, che Draghi aveva chiarito, mettendo tutti d'accordo.
Voi cosa avete fatto? Avete rimodificato, rimodificato e modificato ancora. C'è stata un'accelerazione da parte dei cittadini che hanno detto: facciamolo, altrimenti, alla fine, questa opportunità non ci sarà più. E voi avete creato il disordine e fatto schizzare i conti pubblici. Questo è successo, quando, invece, avreste dovuto mettere la prima, fare quello che c'era scritto nel provvedimento che aveva fatto Draghi e, con un'indagine conoscitiva - che chiaramente ci avrebbe dovuto dire cosa fosse successo -, avreste dovuto costruire un codice unico degli incentivi, di tutti i bonus edilizi, per poi accompagnare tutto ciò con un provvedimento strutturale, che avrebbe dovuto essere legato a Case green per 15 anni, non solo per continuare una leva economica - che è importante per il Paese -, ma anche per far risparmiare i cittadini, dando loro la possibilità di ristrutturare la casa, ma anche risorse, che avrebbero potuto rendere più bassa la bolletta degli italiani. ENEA dice chiaramente che chi ha efficientato l'appartamento con il superbonus ha risparmiato il 60 per cento sulla bolletta. Sapete cosa vuol dire il 60 per cento? Tantissimo. Ecco perché avreste dovuto avere più cura, più attenzione nell'utilizzare questi provvedimenti e non dare mazzate, non solo ai cittadini (che sono rimasti nel mezzo), ma anche alle imprese.
Saremmo dovuti uscire, piano piano, ordinati, perché logicamente sappiamo benissimo che i bonus edilizi - questa credo sia una scuola per tutti - dovranno essere regolati in base alla fascia di reddito; sappiamo benissimo che i futuri bonus edilizi dovranno essere legati alle classi energetiche; sappiamo benissimo che il prossimo provvedimento sui bonus edilizi dovrà essere strutturale per 15 anni e tener conto di una spesa pubblica certa.
Ad oggi, tutto questo non l'avete fatto. Avete bloccato, anzi avete approvato un provvedimento per poi rimangiarvelo dopo sei mesi, una cosa eccezionale. Guardate, c'è un aspetto su cui vorrei riflettere con voi proprio perché sappiamo benissimo che, quando si utilizza una leva, si crea crescita, si cerca di dare un'accelerata alla crescita italiana e si incentiva l'economia - in questo caso l'edilizia è un tema importante -, si crea un indotto che crea nuove possibilità non solo per l'impresa, ma anche per l'elettricista, l'idraulico, per chi monta i pannelli fotovoltaici, per i vari professionisti, per l'asseveratore; tutto il sistema lavora, in questo caso, cresce. Tutto questo l'avete ammazzato con lo schioccare delle dita e credo che questo sia stato sbagliato.
C'è un altro aspetto che credo sia importante evidenziare. Perché i bonus edilizi, oggi, hanno portato anche un beneficio al nostro Paese, non solo in termini economici, ma anche e soprattutto in termini di cultura di impresa e di legalità? È vero, sì, ci sono state anche truffe, ma nel bonus facciate, perché non c'era un regolamento appropriato, questo è vero. Tuttavia, i bonus edilizi, in questi anni, hanno dato la possibilità di non fare nero, dato che tutto è tracciato, e i lavoratori che lavorano nelle aziende devono avere il personale adeguato, perché sennò nel cantiere non può esserci.
Il superbonus e i bonus edilizi hanno portato una cultura di impresa, una capacità migliore di gestire il lavoro e la possibilità di avere una certezza per l'imprenditore, ma anche una certezza di reddito per i cittadini.
C'è un aspetto che voi non considerate: i bonus edilizi hanno dato un altro elemento di discussione perché è vero - lo diceva anche prima l'onorevole Zaratti -, dare soldi a chi li ha già è sbagliatissimo. Dare soldi a chi non li ha, invece, è giusto. I bonus edilizi, compreso il superbonus, hanno dato la possibilità di fare efficientamento energetico a chi i soldi non li aveva: state facendo, con questo provvedimento, un errore madornale perché state togliendo la possibilità a tanti cittadini che non ce la facevano e che non potevano avere le risorse per poter efficientare il proprio il proprio appartamento e la propria casa. Oggi avete tolto questa possibilità, invece di non dare i soldi a chi già li aveva. Questo è uno degli aspetti su cui voi dovreste riflettere, anche per il futuro, perché i bonus edilizi hanno dato, tramite incentivi economici, una forma democratica di distribuzione o, comunque, la possibilità alle persone che non avevano risorse di poter mettere a posto il proprio appartamento.
Poi c'è un altro aspetto, quando si dice essere riformisti, al contrario di voi: il decreto rilancio superbonus ha introdotto un altro elemento secondo me molto positivo, si dovrebbe riflettere anche su questo.
La cessione del credito è stata, per molte aziende e per molti cittadini, la forma più sicura per poter gestire la transizione: dava certezza del lavoro all'impresa e la possibilità per lo Stato di avere un'entrata certa. I numeri li diceva prima il collega di Azione, affermando che i bonus, è vero, sono costati 219 miliardi, ma dal 1998, perché i conti vanno letti bene. Ma il gettito che c'è dietro quello strumento va visto, lo si descrive nei documenti certificati dalla Camera dei deputati. Si tratta di un gettito importante: come sapete benissimo l'aliquota Irpef sopra i 50.000 euro è pari al 43 per cento e ci sono stati 18 miliardi del PNRR, che si vanno ad aggiungere al gettito; poi c'è il PIL e la questione che riguarda l'efficientamento energetico e il risparmio delle famiglie.
Demonizzare lo strumento credo sia la cosa più bieca che voi stiate facendo: oggi va valorizzato e migliorato; il superbonus è come un martello: se lo dà in testa a me ha una funzione, se invece ci batte il ferro ne ha un'altra. Dobbiamo essere riformisti e guardare effettivamente cosa sono stati i bonus edilizi dal 1998 al 2024. Spero che questa indagine conoscitiva porti la verità in quest'Aula, Presidente, perché questo ci permetterebbe di verificare esattamente qual è la verità dei numeri che, in questo caso, il Ministro Giorgetti sta ormai sparando sui giornali e sui social ogni giorno; numeri diversi fra di loro, che non tornano, che hanno creato solamente paura, disorientamento ma soprattutto incertezza nel sistema Italia, nell'economia italiana, nelle imprese e anche nella capacità di poter programmare un lavoro.
Vedete - e qui termino Presidente - noi in questo tempo presente sappiamo bene, tenuti presente i conti e il debito pubblico del nostro Paese, che la manovra che ognuno di noi può fare è molto ristretta, perché ci sono delle risorse impegnate, che noi dobbiamo garantire alla sanità, alla scuola, alle spese generali, agli investimenti e alla previdenza. La coperta è molto corta, ecco perché è importante crescere, Presidente, è importante, lo ripeto, crescere. Noi dobbiamo affermare il concetto che se noi cresciamo e diamo la possibilità di poter utilizzare strumenti utili all'economia italiana, compreso quello dei bonus edilizi, noi cresceremo e potremo aumentare quel PIL che Draghi è riuscito nel 2022 ad alzare a percentuali enormi e che voi invece non siete riusciti a portare allo stesso livello.